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NIKITA
(NIKITA)
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  Stampa questa scheda Data della recensione: 24 marzo 1991
 
di Luc Besson, con Anne Parillaud, Tcheky Karyo, Jean-Hugues Anglade, Jeanne Moreau, Jean Bouise, Jean Reno (Francia, 1989)
 
"Come da un inferno (quello privato, quello degli adolescenti, della delinquenza minorile, della droga) ricadere in un altro gioco ancora più perverso: poiché pubblico, poiché creato dagli adulti per gli adulti (i servizi d'informazione, la polizia segreta, la violenza al servizio della causa di turno). Ma nel quale gli individui sono ancora più prigionieri di loro stessi.

Anche Luc Besson è prigioniero di un certo tipo di cinema: quello condannato a piacere ad ogni costo, ed a un certo tipo di pubblico. Il virtuosismo dello stile, l'accentuazione fuori misura di tutti gli ingredienti a disposizione del regista (le immagini, i suoni, i colori, il ritmo, la recitazione), l'esaltazione di un'oggettistica ad effetto (le armi, i gadget) per ottenere quell'impatto, che non è poi altro che violenza (e, nei momenti peggiori, strumentalizzazione della violenza) che fa parte della moda. Più che invitare ad essere fuori dalle mode; di guardare alle cose con un minimo, se non di saggezza, di distanza.

Ma Nikita, dopo un'esercizio di stile come Subway e una coglionata balneare di regolare successo come Il Grande Blu è anche il miglior Besson a tutt'oggi. Per la prima volta, all'interno delle manie dello spettacolo e dell'estetica, delle tentazioni della violenza, dei giochetti da video-clip e da rotocalco aggiornato all'elettronica, sopravvive una sceneggiatura conseguente anche se alquanto inverosimile (ed incerta sul finale), una riflessione sulla condizione umana che si appoggia su degli attori ispirati seguiti con evidente affetto (Anna Parillaud, anche per ragioni private, ma anche Tcheky Kario e Anglade).

Così Nikita sorprende (e non è già molto?): l'ambiente, colto a metà strada tra il sogno di lusso e la realtà più brutale, è come un acquario variopinto nel quali gli attori finiscono per volteggiare a meraviglia. E fra tanta decorazione affiora anche, chi l'avrebbe mai detto, la tenerezza e la riflessione."


   Il film in Internet (Google)

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